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FINIRE.
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FINIRE.
Definiz: Att. Condurre a fine, Condurre al debito termine, Compire, Terminare; riferito così a cosa, come ad azione, operazione, lavoro, o simili, già cominciati.
Dal lat. finire. –
Esempio: Nov. Ant. B. 164: Per la qual cosa finito ch'ebbe il Re il suo parlare, guardando nella vista del medico, se al consentire si disponeva, rispose il medico in questa forma.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 103: Ma colui non aspettò che Andreuccio finisse la risposta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 2: Se da colei che tal quasi m'ha fatto, Che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima, Me ne sarà però tanto concesso, Che mi basti a finir quanto ho promesso.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 26, 108: Come la pugna teco avrò finita, Poi del destrier risponderò a costui.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 46, 19: Dunque a finir la breve via che resta, Non sia più indugio, or ch'ho propizio il vento.
Esempio: Gell. Poes. 458: Questi danari.... A la casa doniamo; Per dar principio di poter murare:... Chè certamente se ciascun di voi Facesse come noi, Si porre' freno a le superchie spese, E finiriesi il luogo in men d'un mese.
Esempio: Cellin. Vit. 313: In mentre che io davo ordine a queste cose, si finiva il vasetto ed il bacino ovato, i quali ne portorno parecchi mesi. Finiti che io gli ebbi, gli feci benissimo dorare.
Esempio: E Cellin. Vit. 314: Presi di molti lavoranti, e con grandissima sollecitudine giorno e notte non restavo mai di lavorare; di modo che avendo finito di terra Giove, Vulcano e Marte, di già cominciato d'argento a tirare innanzi assai bene il Giove, si mostrava la bottega di già molto ricca.
Esempio: Panant. Epigr. 135: Ad ogni santo un Pater volea dire, E un'Ave con la Gloria; E la via non trovava di finire Quella benedettissima sua storia.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 459: Non ho mai trovato che il Signore abbia cominciato un miracolo senza finirlo bene.
Definiz: § I. E riferito ad ufficio, funzione, prestazione di lavoro, condizione di vita, commissione, servizio, e simili, pure per Condurre a fine, Adempierne le incombenze, Sostenerne il carico, i doveri, sino alla fine, sino al tempo debito, assegnato, convenuto. E riferiscesi anche al tempo medesimo o durata di essi. –
Esempio: Bemb. Stor. 34 t.: Paolo Vitello,... avendo il suo soldo co' Pisani finito, a Firenze se n'andò.
Esempio: Dav. Tac. 1, 269: Fu fatto renunziare la pretoria, e la finì Eprio Marcello.
Definiz: § II. Riferito a vita, giorni, o simili, vale Cessarne, Terminarne, il corso morendo, Toccarne con la morte la fine. –
Esempio: Nov. Ant. C. 96: Andronne in altre parti a finir li miei giorni.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 252: Tornò all'Ordine, nel quale finì laudabilmente sua mortale vita.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 269: Ed in questo modo finì li suoi giorni quello nobile Re.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 33: Stette nel predetto luogo di Troem, ed ivi finette la sua vita in pace.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 230: Per essere in solitario luogo, e quivi finire in riposo la vita sua.
Esempio: E Bocc. Lett. 26: Tiro piccoletta isola, dove, sbandito, aveva i suoi giorni finiti.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 258: E così finì sua vita meschinamente.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 58: Quel tanto al Redentor caro Giovanni,... Che non dovea per morte finir gli anni.
Esempio: Cas. Rim. 1, 33: Ancor potrà [quel pensiero] la folta Nebbia cacciare, ond'io In tenebre finito ho il corso mio (qui figuratam.).
Esempio: Domen. Plin. 154: E questi sempre finiscono la vita loro con volontaria morte.
Esempio: Car. Eneid. 10, 1370: Meco.... Finirai parimente i giorni tuoi.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 3: S'altri poi mi dicea,... che sotto alle mentite insegne Ed armi altrui, il gran Patroclo avesse Finiti i suoi bei dì (lassa!), piangeva.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 331: La febbre lo ridusse in grado che non fu più rimedio per lui: ed avendo ricevuto tutti i sagramenti della Chiesa, ed essersi eletta nella chiesa di san Girolamo la sepoltura, finì i giorni suoi.
Esempio: Giord. Op. 2, 508: Finì di XXXIX anni la vita per continue malattie miserissima.
Definiz: § III. E riferito ad anni od età, per Compire, Terminare; Avere compiuta quella data età. –
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 258: Aveva appunto quel dì medesimo finiti anni 23.
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 83: Sendo nel fiore delle faccende e della età, chè aveva di poche settimane finiti anni 49.
Esempio: E Guicc. Op. ined. 10, 89: Avendo già finito i trent'anni. Cecch. Comm. ined. 43: Voi mostrate manco Dieci anni. Quanti son? sessanta?.... L. Io ho finiti Cinquantaquattro a' dieci dì di questo.
Esempio: Bracciol. Schern. 12, 38: Quattordici anni ei non avea finiti.
Definiz: § IV. Riferito a cosa che serva ad alcun uso o necessità della vita, vale Adoperarne l'intera quantità posseduta, assegnata, presa, o simili; Adoperare interamente, del tutto; Usare sino alla sua fine. E riferito a mercanzia, derrata, e simili, vale Spacciarla tutta quanta, Venderne l'intera provvista o quantità. –
Esempio: Cecch. Acq. Vin. 3, 4: Deh va', Prima che si finisca tutto il vino.
Definiz: § V. E riferito a sostanze, patrimonio, denari, e simili, vale Consumare interamente, sia in spese necessarie, sia scialacquando o dilapidando.
Definiz: § VI. E per Porre fine, Far che alcuna cosa o condizione cessi, Far terminare, cessare. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 38: Non m'è licito di finire così grandi dolori con la morte.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 1, 42: Parve che si lamentasse con Giove, e che lo pregasse ch'egli dovesse finire li suoi mali.... Quegli, abbracciante il collo della sua moglie, la priega che gli finisca le pene, e ch'ella lasci ogni paura.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 3, 182: La virtù d'Enea già avea costretti tutti gli Dei e Iuno medesima di finire l'antiche ire.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 330: Se Turno ha intendimento di cacciarmi di questa contrada, e di finire questa guerra ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 85: Ma s'egli avvien ch'ancor non mi si nieghi Finir anzi 'l mio fine Queste voci meschine, ec.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 41: Quand'io mi volgo indietro a mirar gli anni, C'hanno, fuggendo, i miei pensieri sparsi, E spento 'l foco, ov'agghiacciando i' arsi, E finito 'l riposo pien d'affanni, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 86: Nè vede, altro che morte, chi finire Possa l'insopportabil suo martire.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 7, 65: Io non son matto,... Sono un malvagio.... Ed ora voglio mie nequizie tutte Finir, morendo come un assassino.
Esempio: Giust. Vers. 86: Per finir la vecchia lite Tra noi, bestie incivilite,... Vuol ec.
Definiz: § VII. E poeticam., riferito a condizione del soggetto la quale venga di per sè a cessare, che ad esso venga meno. –
Esempio: Dant. Parad. 33: Ed io, ch'al fine di tutti i disii M'appropinquava, sì com'io doveva, L'ardor del desiderio in me finii.
Definiz: § VIII. Detto figuratam. di cosa materiale, e con compimento retto dalla prep. In, per Avere alcuna sua parte estrema della forma indicata dal compimento, Terminare la detta parte in quella forma. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 68: E ritrovossi in una selva oscura, Che nel mezzo avea un monte che finìa La nuda cima in una pietra dura.
Definiz: § IX. Riferito a persona, o ad animale, prendesi per Toglier di vita, Uccidere, Ammazzare: e propriamente intendesi, o con un ultimo sforzo o colpo, o lentamente, con strazio, tormenti, e simili. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 92: Ed al postutto lo re Laumedon l'avrebbe finito, però ch'elli era indebilito per la ferita, e per la continua sparsione del sangue era non potente di difendersi.
Esempio: Bern. Orl. 28, 28: Il conte con maggior furore Sopra Rinaldo andar la spada lassa; Con più furor che mai torna assalirlo, Diliberato al tutto di finirlo.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 65: E giuntomi alla sprovvista, mi diede tante bastonate, ch'e' fu presso che per ammazzarmi; e avrebbemi finito certamente, se io.... non mi fussi aiutato da me stesso: imperocchè, mostro i ferri all'aria, gli diedi co' piedi di dietro parecchi coppie di calci, ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 8: La prima opera del nuovo principato fu l'uccidere Agrippa Postumo, cui sprovveduto e senz'arme, il centurione pur coraggioso appena finì.
Definiz: § X. Finire vale anche Condurre checchessia a quell'ultimo termine a cui possa pervenire, Condurre alla maggior possibile perfezione; e riferiscesi specialmente ad opere d'arte. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 4: Lavorare in muro, bisogna bagnare, smaltare, fregiare, pulire, disegnare, colorire in fresco, trarre a fine, in secco, temperare, adornare, finire in muro.
Esempio: Cellin. Pros. 91: Messi tutta la mia opera in pece, cioè nello stucco sopradetto; da poi la cominciai a finire con e' mia ceselletti nel modo sopradetto.
Esempio: E Cellin. Pros. 106: Fa' di avere innanzi quella prima forma di gesso, la quale è in cavo; di poi con i tua ceselletti, bulini e ciappoline tu andrai riserrando il tuo argento, e finendo la tua istoria, cioè l'una figurina a canto all'altra, e tutti i panni, braccia, corpi e gambe, con bella virtù con i detti tua ferruzzi ritraendole dal tuo cavo.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 26: Jacopo le fece (le figure) morbide e carnose, e finì il marmo con pacienza e delicatezza.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 62: Per avere egli quell'opera condotta quasi tutta in bozze e non finita pulitamente, acciocchè apparisse di lontano assai meglio.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 104: Fatte le forme e gittatolo (il modello) di bronzo, venne benissimo; onde egli con Bartoluccio suo padre lo rinettò con amore e pazienza tale, che non si poteva condurre nè finire meglio.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 7, 97: Tanta era la morbidezza delle carni ch'egli faceva, e la grazia con che e' finiva i suoi lavori.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 61, 1: Finire.... dar compimento o perfezione dare l'ultima mano. Usano i pittori questo termine, per significare che l'opere loro, o di disegni o di pittura, sieno state condotte o lavorate con estrema delicatezza e diligenza, senza che nè punto nè poco si possan vedere i colpi del pennello o della matita.
Definiz: § XI. E semplicemente per Condurre al suo compimento, Render compiuto, intero; Compire. –
Esempio: Speron. Op. 1, 24: Io son quella che sono in dubbio di questo fatto, e se non che mal volentieri vegno a interrompere i ragionamenti del Grazia, io lo gravarei di risposta. G. Anzi in tal guisa voi finirete e perfette farete le mie parole; chè risolvendo sì fatto dubbio, saremo certi di alcune cose amorose, che bello è molto il saperle.
Esempio: Buomm. Lez. II, 5, 257: Non è dunque necessario che tutte le parole e tutte le cose che dice Dante si debbano intendere allegoricamente; perchè alcune volte elle non vi stanno come parte d'allegoria, ma come emblema, cioè parte posta solo per ornamento, e per empiere e finir la narrazione.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 223: Quasi quasi non lasciaron finire al ragazzo il suo racconto.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 285: A poco a poco, quella faccenda di finir le frasi cominciò a divenirgli fieramente difficile.
Definiz: § XII. E riferito ad argomento, materia, tema, e simili, per Trattare compiutamente, Esaurire. –
Esempio: Dant. Rim. 96: Io vo' con voi della mia donna dire, Non perch'io creda sue laude finire, Ma ragionar per isfogar la mente.
Definiz: § XIII. Riferito a mensa, o simili, per Fornirla di cose da mangiare, acconce a terminare il pasto. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 157: S'è avuto i terracriepoli, e sono assai, perchè si mescolano con qualche altra erba, e così si finisce la mensa.
Definiz: § XIV. Prendesi con proprietà latina per Limitare. Terminare, Circoscrivere: ma non se ne trova esempio che in tempi composti. –
Esempio: Dant. Conv. 299: Ma siccome ciascuna arte e ufficio umano dallo imperiale è a certi termini limitato; così questo imperio da Dio a certi termini è finito.
Esempio: E Dant. Conv. appr.: Dunque la giurisdizione della natura universale è a certo termine finita, e per conseguente la particolare: e anche di costei egli è limitatore Colui che da nulla è limitato, cioè la prima bontà, ch'è Iddio.
Definiz: § XV. Si usò per Appagare, Sodisfare, pienamente. –
Esempio: Fav. Esop. S. 114: Essendo in una contrada una mala femmina mondana, traeva a sè i giovani con sue arti,... ed hassene eletto uno fra gli altri, cui meglio credè finire sue voglie.
Definiz: § XVI. Si usò pure per Dichiarare, Confessare, d'aver ricevuto, riferito a denari; o di esser sodisfatto, riferito a ragioni, diritti, obbligazioni, ed anche all'istrumento o carta di esse: Farne quietanza o, come dicevasi, fine farne fine. E usavasi anche assolutam. –
Esempio: Pier. Cron. 20: Per patti tra l'uno e l'altro rifecero i Sanesi Monte Pulciano,... e lasciaro a' Fiorentini Mont'Alcino, e finiro loro ogne ragione, che v'aveano.
Esempio: Brev. Calz. Prat. 24: Come li rettori.... possano fare carte e finire.
Esempio: E Brev. Calz. Prat. appr.: Possano.... contrarre e far fare carte per nome dell'arte, e finire e cancellare carte e comandamenti.
Esempio: Morell. Cron.: Il detto Pagolo.... ha riscossi o finiti più e diverse quantità di danari, i quali apparteneano a detti Giovanni e Dino, e che ancora ha riscossi e finiti da Orlando di Cambio fiorini centoventinove d'oro.
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 122: E simile confessorono e finirono a me la detta quantità, perchè diedi i detti danari a Iacopo Ardinghelli cassieri alla Camera del Commune di Firenze.
Esempio: Legg. Tosc. 8, 59 t.: Per vigore di tale attoria, s'intenda loro concessa autorità di potere piatire, logare e dislogare, risquotere, e de' riscossi finire.
Definiz: § XVII. E riferito al debitore, o a persona comecchessia obbligata, per Riconoscerlo, Dichiararlo, libero dall'obbligazione sua, in conseguenza dell'aver pagato o comecchessia sodisfatto: Fargli fine o quietanza, Liberare. –
Esempio: Antell. Ricord. 18: Lasciommi la bottega sopradetta, libera, ed io lo finii di rimanere per li detti tre anni.
Esempio: E Antell. Ricord. 19: Compuosimi con Perino detto della detta pigione:... e fini' lui, ed egli me liberò la bottega detta, a parole, in presenza d'Antonio, ec.
Esempio: Vill. G. 225: Lo re Filippo di Francia fece pigliare tutti i prestatori italiani di suo reame.... Ma ciò mostra che facesse più per covidigia di moneta, che per altra onestà, però che egli fece finire per sessantamila libbre di Parigini di soldi dieci il fiorino dell'oro, e poi la maggior parte si rimasero nel paese... a prestare.
Esempio: Pucc. A. Centil. 46, 43: E fu da papa Chimento.... Finito e quietato del tesoro Che dovia dar pe 'l padre, ch'era al fondo.
Esempio: Morell. Cron.: Sì veramente che il detto Pagolo vuole esser finito e liberato della detta procura e attorìa in lui fatta. E altrove: E riscossi e depositati come detto è, ne debba il detto Pagolo esser finito, e il detto Pagolo debbia finire il procuratore, quando sarà finito egli.
Definiz: § XVIII. Anche si usò per Alienare, Esitare, Vendere, Spacciare. –
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 6, 100 t.: Comandiamti che alla avuta di questa consegni a' sopradetti messer Carlo e fratelli, o a' suoi legittimi mandati, tutti e' sopradetti beni, e mettali in possessione pieno iure. Con questa condizione nondimeno, che detti Malespini o suoi mandati debbino, infra uno mese dal dì che saranno così loro consegnati, averli finiti e venduti alli uomini di Bagnone, o in publico o in privato, come parrà loro. Così protesta loro per parte nostra; perchè ogni volta che non gli finissino infra uno mese, come di sopra è detto, detta donazione sarebbe al tutto invalida.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 223: Non ho altro pensiero, nel finire le possissioni ed acconciare le cose ci resteranno, se no di fare l'utile e salvamento vostro.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 224: Le possissioni per ancora non sono vendute:... lasciatene el pensiero a me, e quando saranno finite v'avviserò.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 293: I' v'ho presso che contenti del finire le cose. Solo mi resta questa vigna, ec.
Esempio: Machiav. Pros. Stor. pol. 4, 137: Le grasce e le opere manuali vagliono poco o niente per la carestia de' danari.... Questo nasce perchè non hanno dove finire le grasce loro, perchè ogni uomo ne ricoglie da vendere.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 104: Appresso rivoltatisi a spogliare e predare le case, tutto il mobile se ne portarono. E così arricchiti fuor di misura, attesero a finire a' mercanti gli schiavetti che avevano presi e tutto quello che aveva ricapito.
Definiz: § XIX. Neutr. Aver fine, Cessar di essere, Terminare; detto di azione od operazione, sentimento od affetto, fatto o avvenimento, condizione od ordine di cose, istituzione, e simili. Talvolta anche in forma di Neutr. pass. finirsi
Esempio: Dant. Purg. 23: Se prima fu la possa in te finita Di peccar più, che sorvenisse l'ora Del buon dolor, ch'a Dio ne rimarita, ec.
Esempio: E Dant. Conv. 320: Nel desiderare della scienza successivamente finiscono li desiderj, e viensi a perfezione, e in quello della ricchezza no.
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 46: Or che porta di qualunque spezie di morte si finisca questa vita, quando colui a cui si finisce, non è costretto di morire poi più?
Esempio: Vill. G. 1, 146: Nel detto Berlinghieri e Alberto suo figliuolo finì lo 'mperio agl'Italici,... e tornò lo 'mperio agli Alamanni.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 113: E la parola; cioè mia ultima, nel nome di Maria; la quale Virgine Maria io chiamava per mio aiuto, finìo: però che, dicendo: Virgine Maria, non potette dir più oltra.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 323: Nè si può, circa le pratiche intendere altro, se questa Dieta non finisce.
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 237: Io tornerò in Firenze finiti che saranno i Governi, chè so che hanno a finire.
Esempio: Domen. Plin. 597: Per darti un altro segno che 'l freddo sia finito, ogni volta che tu vedi che il gelso mette e germoglia, non temerai più la ingiuria del freddo.
Esempio: Car. Eneid. 2, 732: Fermi a far sì, poich'eran giunti al fine, Ch'ogni cosa con lor finisse insieme.
Esempio: Martin. T. V. Not. 12, 463: L'idea di quel giorno, in cui finiscono per essi le consolazioni tutte, e i piaceri e i beni della terra.
Esempio: Mont. Poes. 2, 196: Qua finisce un conflitto, e là comincia L'altro.
Esempio: Giust. Vers. 87: Finirà, se Dio vuole, Questa guerra di parole, Guerra da pettegoli. Finirà: sarà parlata Una lingua mescolata, ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 545: La mortalità,... scemando di giorno in giorno, si prolungò però fin nell'autunno. Era sul finire, quand'ecco un nuovo flagello.
Definiz: § XX. E detto di cosa materiale, vale Venire a mancare, in conseguenza dell'essere adoperato, preso, o simili. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 251: Dove il campo egli è di gran coperto, Là corron le formiche e gli uccelletti; Ma se finisce il gran, fassi un deserto.
Definiz: § XXI. Detto pure di cosa materiale, per Cessare di essere a un dato punto o termine, Aver questo per limite nello spazio. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 10: Disteso [il monte Molo] dall'una e dall'altra chinata, da questa parte finisce a' Sardi, da quell'altra a' piccoli Ipepi.
Definiz: § XXII. Detto di un dato spazio di tempo, vale Trascorrere interamente, Esser compito. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 47: Non farà all'esercito ritorno, Se non finito che sia il terzo giorno.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 136: Si sentivano i tocchi misurati e sonori della campana, che annunziava il finir del giorno.
Definiz: § XXIII. Pure detto di tempo, rispetto ad ufficio, convenzione o patto, e simili, per Compirsi i termini di esso, assegnati a quel dato ufficio, convenuti tra le parti, ec. E altresì detto di ufficio, privilegio, e simili, rispetto alla durata. –
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 257: Il quale ufficio è d'onore sanza utile, per mesi tre da cominciarsi a dì 15 del presente, e da finire per tutto il dì 14 di settembre prossimo avvenire.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 6: Così i dieci governavano: ed uno d'essi, essendo il preposto, era accompagnato con l'insegne del magistrato da i littori, la cui preminenza finiva il quinto giorno; e così girando tra essi la volta di ciascuno, si procedeva per ordine: e durò questo modo lo spazio d'un anno.
Definiz: § XXIV. Detto di persona, vale Mancar di vita, Morire. –
Esempio: Nov. Bar. Far. 9: La donna.... passò di questa vita in santa pacie, e, inanzi ch'ella finisse, pregò la badessa ec.
Esempio: Cin. Rim. 39: Non mi vo' lamentar di chi ciò face, Per ch'io aspetto pace Da lei, su 'l punto de lo mio finire.
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 61: Dice [l'avaro] al finir: Quel che portar non posso Lassolo a' miei figliuo', che sia renduto.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 194 var.: Promisegli gran pecunia, s'egli facesse sì ch'ella gli acconsentisse; e se no, pregollo che la facesse finire ne' tormenti, perocchè si reputava a vergogna, ch'ella campasse, e facesse beffe di lui, e fosse vincitrice.
Esempio: Barber. Docum. Am. 370: Chi à nemici e vuol lor morte dare, Menimi a lor; chè 'l doloroso aspetto, Ch'io porto in vista, gli farà finire.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 79: Ed assai n'erano che nella strada publica o di dì o di notte finivano; e molti, ancora che nelle case finissero, ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 65: Ben si conveniano Cotali adiettivazioni a quelli spiriti: imperò che bene erano finiti, perch'erano finiti ne la grazia di Dio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 14: Ti raccomando la mia Fiordi.... Ma dir non potè ligi; e qui finìo.
Esempio: Tass. Rinald. 11, 77: Io moro (oimè) degli anni miei nel fiore. Così detto finì, qual lume suole, Cui manchi in tutto il nutritivo umore.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 177: Certi che mostravano di finir per la sete.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 7, 66: Tu fai cosa per certo iniqua e ria; Ed anderai tra l'anime dannate, Se tu finisci per sì trista via.
Definiz: § XXV. E in tal senso uniscesi spesso con gli avverbj Bene finire bene o Male finire male, od anche con altro simile, e vale Morire in grazia di Dio, con sentimenti di pietà, e simili, ovvero il suo contrario; Far buona, o cattiva, fine. –
Esempio: Dant. Rim. 97: Ancor le ha Dio per maggior grazia dato, Che non può mal finir chi le ha parlato.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 73: Simone fu riprobato da Dio, e male finette.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 240: Se egli fosse vivuto, sarebbe diventato rio e pessimo uomo,... ed egli sarebbe male finito.
Esempio: E Cavalc. Med. Cuor. 215: Come il nimico n'abbia ingannati molti sotto specie di virtù, e fattigli cadere, e mal finire.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 163: Quivi cominciò umilmente, quivi fece prode di sè vertuosamente, quivi finitte beatamente.
Esempio: Barber. Docum. Am. 180: Non ti bisognerà già, per paura D'alcun tuo fallo, dire: Io poria mal finire.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 14: Male vivendo, non meritano di bene finire.
Esempio: E Passav. Specch. Penit. 177: Erode mal finì, e da Dio fu reprobato.
Definiz: § XXVI. Pure in costrutto coi medesimi avverbj, vale Far buona o cattiva riuscita nella vita, Avere buona o cattiva sorte, secondo il senno o i portamenti proprj. Ed usasi più spesso con l'avverbio Male.
Definiz: § XXVII. E detto di faccenda, condizione di cose, e simili, vale Aver buono o cattivo esito o successo, Riuscire bene o male. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 270: Chi raccontava ciò che lui stesso aveva fatto; chi si rallegrava che la cosa fosse finita bene.
Definiz: § XXVIII. Vale pure Compiere, Condurre a fine, Terminare, una data azione od operazione; per lo più in costruito con la prep. Di reggente l'Infinito del verbo che la significa, e spesso apposta a Finire la particella pronominale che appartenga all'altro verbo. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 33: Febo ebbe finito di dire: l'arbore parve che gli consentisse co' rami.
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 50: Pazzia sarà, se le pazzie d'Orlando Prometto raccontarvi ad una ad una; Che tante e tante fur, ch'io non so quando Finir; ma ve n'andrò scegliendo alcuna ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 418: Se c'è peccato, io l'ho. Sorano non la lasciò finire, e sclamò.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 5: Senza finirsi di vestire, dare venti passeggiate all'ombra pe' viali di questo giardino.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 30: Maestro Mignamau da Norcia è d'opinione, che ella (la padella) si finisse di far nera per l'esequie di Mecenate.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 363: Non finisce mai [il lussurioso] di saziarsi, atteso che quel che si piglia da lui per cibo da sedare una voglia, non saprei come, divien fame dell'altra.
Esempio: Fag. Comm. 6, 182: Per fluir di soddisfar quegli artefici. A. Di grazia finischiamo (finiamo) una volta, se sarà possibile: e che il finir di pagar questi, non sia un principio per farne degli altri.
Esempio: Giacomell. Carit. 24: Non avea costui finito di parlare, che un altro gli contraddisse.
Definiz: § XXIX. Pure in costrutto con altro verbo mediante la prep. Di, e nel significato di Compire, Terminare, quella data azione, usasi ad indicare l'ultimo grado, l'estremo termine o resultato, di essa. –
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 3, 67: Il marchese di Cœuvres ha avuto.... certe febbri erratiche, le quali pare che non finiscano di lasciarlo.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 261: Allora conosceranno i ricchi ciò che non vogliono adesso finir d'intendere, ed è che non sono padroni assoluti del loro avere.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 2, 6: Non solamente voi non conoscete la millesima parte del male che commettete peccando, ma nè pure tutti i Cherubini insieme e tutti i Serafini finiscono di conoscerla.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 117: Due casi molto considerabili riferiscono le istorie, che finirono di sconturbare l'animo di Motezuma.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 266: Intanto quelli di dentro avevano aperto, ossia avevan finito d'aprire, tirando via il catenaccio, ec.
Definiz: § XXX. E in particolare, costruito coi verbi Contentare, Piacere, Sodisfare, Persuadere, e simili, usasi comunemente, in proposizione negativa non finire di contentare non finire di piacere non finire di sodisfare non finire di persuadere, per Non contentare o piacere in tutto, Non sodisfare o persuadere interamente, ec. E nel medesimo senso diciamo anche, in modo assoluto, Non finire ad alcuno una data cosa. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 94: Io la mutai (una voce) nel mio scartafaccio, e nel suo loco vi riposi pur voi.... Nè manco mi finiva di contentar voi, per esservi un'altra volta.
Esempio: E Car. Lett. fam. 440: Io ho detto liberamente quel che ne sento (di certe composizioni). E non mi son curato d'accennar in che non finiscono di soddisfarmi.
Esempio: Cellin. Vit. 99: Il Papa che pure era di bonissimo ingegno, veduto questa cosa tale, non gli finiva di piacere: e quando e' n'ebbe veduti in sino a dieci, gittate il resto in terra, disse a me, ec.
Esempio: Cerch. V. Oraz. I, 6, 246: Nè di questa loda (degli antenati) non pertanto si finiva egli di compiacere, forse per un gentile sdegno che ci avesse troppa parte la fortuna.
Definiz: § XXXI. Pure preposto ad altro verbo, usasi, nei tempi composti, in costrutto passivo. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. 6, 97: Tenne nascosta una parte della munizione, acciocchè opportunamente se ne potessero valere, quando l'altra fosse finita di consumare.
Esempio: Red. Esp. Insett. 87: Prima che dal guscio fossero finiti d'uscire.
Esempio: E Red. Esp. Insett. 139: Questi stessi [bachi] dunque, finiti ch'e' son di crescere, si fuggono studiosamente da quel fungo nel quale son nati e rilevati.
Esempio: E Red. Esp. Insett. 168: Quando il bruco s'è finito di convertire in crisalide.
Esempio: E Red. Lett. 1, 175: In somma io mi son finito di certificare che la soverchia, e per così dire superstiziosa, credulità alle virtù di molti medicamenti, è un vizio de' paesi, più che degli uomini.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 224: Ancorchè in quest'esperienza non ci siamo per anche finiti di sodisfare,... in ogni modo ec.
Definiz: § XXXII. Usasi parimente in costrutto con la prep. Di reggente un Infinito, per Cessare, Smettere, di far checchessia; Por fine, termine: per lo più in proposizione negativa. –
Esempio: Varch. Boez. 84: E finite qualche volta di guardare con meraviglia le cose vili.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 341: Il non finir mai di adirarsi, è cosa da demonio.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 363: Come l'uomo si applica a soddisfare i suoi scorretti appetiti, non finisce mai di peccare.
Definiz: § XXXIII. E usato assolutam., riferito più spesso all'azione di parlare o scrivere. –
Esempio: Bin. Lett. 270: Orsù, è meglio che io finisca, a fin che M. Vulcano non trovassi poi qualche scempità, e facessi le vendette del non aver mai scritto nè anco a lui.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 92: È tempo di finire: gli bacio con ogni umiltà le mani.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 316: E queste parole le proferì in quella maniera particolare, che par che voglia dire: ho finito.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 367: Quando il conte ebbe finito, e messo un lungo soffio, che equivaleva a un punto fermo, ec.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 473: Per ora, ritiratevi, ognuno al suo posto.... Qui finì, e tutto rimase in silenzio.
Definiz: § XXXIV. Vale anche Aver suo proprio termine o compimento in checchessia; e costruiscesi con la prep. In: anche in forma di Neutr. pass. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 258: Dicono i filosofi, che le potenzie de' sensi del corpo si finiscono nell'oggetti loro. Onde il vedere si finisce nel colore; perocchè quivi è il termine della virtù visiva: così quella dell'udire si termina nel suono e nella voce, e così degli altri sensi. Onde non finisce la virtù del tatto, toccando l'aire: perocchè non è in quella il termine suo, conciosiacosachè non sia palpabile.
Definiz: § XXXV. E col medesimo costrutto, per Avere in checchessia l'ultima conchiusione, l'ultimo effetto, esito, resultato, e simili. –
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 296: Le quali tutte cose portaronsi finalmente a finire in una fuga della donna dalla casa di lui,... per ritirarsi in quella del padre.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 36: Tutte le società, tutte le feste, Cominciano e finiscono in pappate.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. appr.: Ma c'entrano i pacieri, e la tenzone Finisce in una bella colazione.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 47: Ma Fra Cavicchio stanco di garrire: Questa disputa, disse, vedo bene Deve in pugni terribili finire. E sul mostaccio del nemico viene.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 519: Le parole finivan presto in pianto.
Definiz: § XXXVI. Detto di strada, muro, fiume, e simili, vale Riuscire, Terminare, Sboccare. –
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 22: Dalla torre.... si veniva sul canto della via ch'è a riscontro,... la quale finisce nella strada che va a S. Maria Ughi dalla mano destra.
Esempio: Martin. T. V. 10, 3: La strada degli empj finirà nella perdizione (qui figuratam.).
Definiz: § XXXVII. Pure in costrutto con la prep. In, vale Avere le parti estreme in una data forma, secondo che è espresso dal compimento. Come per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Le Sirene della favola finivano in pesce.
Definiz: § XXXVIII. E in particolare dicesi di parola, per Terminare nella forma che le è propria secondo grammatica, Avere quella tal desinenza. –
Esempio: Bemb. Pros. 108: Tutte le voci finienti in a nel numero del meno, in e finiscano in quello del più; e le finienti in e in quello del meno, in i poi finiscano nell'altro.
Definiz: § XXXIX. E detto di cosa o riferito a sua qualità, per Addivenire altra cosa, o Prendere altra qualità, indicate dal compimento. –
Esempio: Domen. Plin. 1175: Dicono che così si chiama [l'ametisto] perchè andando sino al color del vino, innanzi che lo gusti, finisce in colore di viola: ed ha un certo splendore di porpora non del tutto infiammato, ma finisce in color di vino.
Definiz: § XL. In costrutto con la prep. Con reggente l'Infinito di altro verbo, denota l'ultimo esito d'una azione, o d'una condizione di cose, prolungata, incerta o varia, contrastata, e simili; Avere per esito o resultato ciò che è espresso dall'altro verbo. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 604: La quale [guerra].... dopo aver portate via.... un milione di persone,... dopo aver desolati.... i luoghi per cui passò,... dopo la presa e il sacco atroce di Mantova; finì con riconoscerne tutti il nuovo duca, per escludere il quale la guerra era stata intrapresa.
Definiz: § XLI. E pure con la prep. Con, reggente un nome che denota il modo come una cosa va a terminare. –
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 254: Chi può trovare uno sproposito da rinfacciar all'autore, si reputa fortunato; lo va dicendo: gli altri begl'ingegni gli fanno cerchio intorno, l'ascoltano, acconsentono, e, per non parere anch'essi dappoco, vi trovano tutti qualche magagna; e si finisce con un coro di voci accordate a gridare: Oh che cose rubacchiate! O che fantasiaccia travolta! ec.
Definiz: § XLII. Finire alcuno la festa, la danza, la storia, e simili, dicesi familiarmente e figuratam. per Por fine a checchessia, Far che finisca, Porre termine a una faccenda o a una condizione di cose, e propriamente andata in lungo, pericolosa, incresciosa o molesta, noiosa, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 88: Così Rinaldo inverso lui si lancia, Che disïoso di finir la festa, Mira a passargli il petto con la lancia.
Esempio: Bern. Orl. 34, 53: Torindo questa turba fa venire, Per la festa d'Angelica finire.
Esempio: Grazz. Comm. 227: A questo modo finirem noi la danza, e levarem questo vino a' fiaschi.
Definiz: § XLIII. E Finirla, così assolutam., specialmente nelle maniere Finiamola, Finiscila, Quando si finisce? e simili, usasi pure nel linguaggio familiare, per Terminare, Far cessare, una cosa che vada troppo in lungo, o che cimenti la pazienza nostra o d'altri, o faccia torto a chi la fa, e simili. –
Esempio: Varch. Ercol. 124: E a questi cotali si suol dire: egli è bene spedirla, finirla, liverarla, venirne a capo, toccare una parola della fine; e volendo che si chetino, far punto, ec.
Esempio: Car. Lett. var. 142: Basta che 'l Cardinale è tornato a far delle sue, e credo che la finiremo. Così l'avessi finita la prima volta.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 257: Non dubitare di niente. F. Io non dubito; Finiamola oramai.
Esempio: Bellin. Lett. IV, 1, 273: Per le quali tutte cose (e finiamola una volta) se si trovano tanti esempj, ec.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 3: Che ti venga un bernoccol sulla faccia, Quando tu la finisci?
Esempio: Forteguerr. Terenz. 239: O via, finiamla; a te domando in prima... Chi fu colui che affermi esser tuo amico?
Esempio: Pap. Nat. Umid. 102: Facendo ritorno alla composizione dell'acqua, à di mestiero, che per salvare la sua somma fluidità si suppongano le sue minime parti non solo sciolte scambievolmente, ma di più ancora lisce e volubili; e per finirla, è di necessità che le medesime particelle sieno di figura rotonda.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 8: Qui mi direte: e quando si finisce?
Esempio: E Saccent. Rim. 2, 209: Poco giova Il replicare: e quando la finite?
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 117: Quando tu la finisci? Quando tu finirai di rispondermi e di far tante repliche?
Esempio: Panant. Epigr. 135: A santa Chiara quest'Ave Maria, Diciam quest'altra a santa Rosalia. Alfin, come Dio volle, la finì, E l'ospite in cucina risalì.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 221: Mi prega... il Formigli, Che ha gli uomini da un pezzo sulle spese, A finirla; ed io docile ubbidisco, E posando la penna, la finisco.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 259: È stato Pippo che ha strillato. – Io?.... ma che gli dà retta? Oh! finiamola un po', qualcuno è stato.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 120: Chiacchiere! la finirò io: io la finirò! interruppe Renzo questa volta.... La finirò io. Abbia pur cento, mille diavoli nell'anima, finalmente è di carne e ossa anche lui.
Definiz: § XLIV. Finire la festa, la storia, la musica, e simili, dicesi familiarmente di cosa, o condizione di cose, andata troppo in lungo, o che riesca grave, molesta, pericolosa, poco onorevole, e simili. –
Esempio: Dat. Lepid. 178: Il quale disse di no; e fu finita la musica.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 56: Ma guarda quanti Inchini e baciamani Si fanno. Oh sta', la musica è finita.... Livia già se n'è ita, E l'amico anche lui s'è volto in qua.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 175: La musica è finita. Questo fatto, questo affare, è terminato. Noi diciamo per simil modo: Che musica è questa? Quando ha da finir questa musica?
Definiz: § XLV. Finire con l'alito, Finire col fiato. –
V. Alito § XVI VI, Fiato § XXXIV.
Definiz: § XLVI. Finirla con alcuno, vale Venire a rottura con esso, ma dopo avergli dette le nostre ragioni, o avuta sodisfazione o presa vendetta dei suoi torti verso di noi, e simili.
Definiz: § XLVII. Ed anche semplicemente per Aggiustare una qualche differenza con alcuno chiedendogli ragione o sodisfazione. –
Esempio: Cellin. Vit. 143: Non vi vogliate adirar meco, che non v'ho fatto dispiacere, e non so nulla di questi vostri casi; e tutto quello che voi avete che fare con Felice, andate di grazia e finitela seco; chè lui sa benissimo quel che v'ha a rispondere; onde io che non ne so nulla, voi mi fate torto a mordermi di questa sorte, maggiormente sapendo che io non sono uomo che sopporti ingiurie.
Definiz: § XLVIII. Andare a finire, dicesi di cosa, per Avere tal esito, tal riuscita; o di persona, per Toccarle tal sorte; quali sono significati dal contesto; e per lo più intendesi di esito o sorte non buoni.
Definiz: § XLIX. E lì finisce, od anche E lì finimmo; maniera familiare che vale E non più, E nient'altro. E dicesi anche semplicemente, E lì. –
Esempio: Bracc. R. Dial. 35: La sua gran dottrina si riduce a sapere un po' poco la storia letteraria del secolo XIV e XV; e lì finimmo.
Definiz: § L. La cosa non finisce lì, o La cosa non finisce qui; e assolutam. Non finisce lì, Non finisce qui; dicesi familiarmente a significare, che la cosa della quale si parla sia per avere ulteriore svolgimento, e per lo più con esito non buono.
Definiz: § LI. Va a finire, Anderà a finire; o Finisce, Finirà; in costrutto con altra proposizione mediante la cong. Che va a finire che anderà a finire che finisce che finirà che, sono maniere familiari che si usano quando vogliamo indicare quale esito crediamo che avrà una cosa, o qual risoluzione noi od altri saremo per prendere, dopo incertezze, dubbj, pericoli, lunga sofferenza, e simili. – Così, per esempio:
Esempio: esempio del Compilatore Va a finire che poi si sposano. – Anderà a finire che ci rimetterete la salute. – Se seguitano a molestarmi, finisce che me ne vado.